Nome:SPIGOLA O BRANZINO Dicentrarchus labrax L.
Dove vive:È una specie rustica resistente al caldo e al freddo. È un formidabile predatore che conduce in genere vita solitaria nella zona litorale con substrato roccioso. Ha caratte ristiche euraline ed euriterme che gli per mettono di trascorrere anche lunghi perio di in acque con salinità molto bassa. La Spigola vive in acque costiere sino a 100 metri di profondità.
Più comune in acque poco profonde. Normalmente si spinge in laguna nei periodi caldi, svernano poi in mare duran te l’inverno.
Come vive:La Spigola è predatrice e si nutre in parti colare di piccoli pesci e Crostacei. La sua indole vorace ed aggressiva è nota fin dall’antichità, quando era chiamata Lupus, come risulta dagli iscritti di Autori latini, quali Plinio, Macrobio e Varrone. Le buone caratteristiche di nuotatore con sentono alla spigola di predare specie di piccole dimensioni (Clupeidi, Aterinidi, ecc... ) che al crescere della taglia del pesce vengono sostituiti da cefalame, crostacei, ecc... La dieta prettamente carnivora di questo pesce giustifica la presenza di un intestino breve e di appendici piloriche, non nume rosissime, tipiche di specie a regime ali mentare carnivoro.
Cosa mangia:
Dicentrarchus labrax vive durante il perio do giovanile in piccoli branchi, mentre da adulta è solitaria. La specie è molto resistente tollerando temperature da 2 a 30 °C (euriterma) e salinità da 4 a 40... (eurialina). In primavera, i nuovi nati migrano (montata) dal mare in acque salmastre (bassa salinità) o dolci (lagune, estuari e fiumi), dove spesso per mangono fino alla maturità sessuale.
La riproduzione:Gli individui maschi raggiungono la maturità sessuale più precocemente (2° - 3° anno) delle femmine (3 °-4 °anno). Il periodo riproduttivo è compreso tra Gennaio e Marzo; le femmine depongono 100-150 mila uova per chilogrammo di peso vivo preferibilmente in vicinanza delle foci dei fiumi. Le uova, di diametro leggermente superiore al millimetro sono pelagiche e presentano al loro interno una goccia oleosa, vengono fecondate da più maschi. La schiusa ha luogo, a temperature che si aggirano tra i 4 e gli 8 °C, dopo 24-36 ore dalla fecondazione. Le larve misurano all’ecclosione 3-3,5 millimetri e si presentano molto esili e diafane. Dopo il riassorbimento del sacco vitellino la larva inizia a condurre subito vita pelagica. Dopo il riassorbimento del sacco vitellino la larva inizia a condurre subito vita pelagica nutrendosi di microorganismi dello zooplancton.
Come riconoscerlo:La Spigola è un pesce di taglia medio-grande, con corpo slanciato. Il muso è appuntito, la bocca grande con mandibola leggermente prominente e protrattile. I denti sono sottili, aguzzi ed in più serie. All’interno del palato,questi sono uniti a formare una mezzaluna (vomere). L’opercolo, con una macchia scura più o meno evidente, è provvisto di due spine mentre il preopercolo presenta nella sua parte inferiore una dentellatura rivolta in avanti. Sono presenti due pinne dorsali ben distinte di cui la prima è provvista di 3 raggi spiniformi; il corpo è ricoperto di squame ctenoidi che diventano cicloidi sul capo. Le pinne hanno raggi spinosi robusti. Le pinne sul dorso sono due: la prima formata da raggi spinosi robusti, mentre la seconda da un raggio duro e da 12-13 raggi molli. La pinna anale ha tre raggi spinosi. La linea laterale ha 71-72 squame. La colorazione del dorso è scura, argentea sui fianchi e bianca sul ventre. Una macchia scura, più o meno evidente, può essere presente sull’opercolo. I giovani presentano numerose macchiette sui fianchi. La lunghezza massima raggiunta dagli individui di questa specie è di circa 1 m ed un peso di 10-12 kg. Sono comuni individui da 20 a 55 cm.
Come distinguerlo:
Il genere Dicentrachus appartiene alla famiglia Serranidae (dal latino, serra: sega, a causa della dentellatura dell’opercolo). Nel Mediterraneo è presente anche una specie simile, appartenente allo stesso genere, la Spigola puntata (D. punctatus ). I caratteri che permettono di distinguere facilmente le due specie sono le macchie sul corpo, la forma del vomere ed il nume ro di squame sulla linea laterale. La Spigo la non ha, allo stato adulto, macchie nere sul dorso e sui fianchi, presenti al contrario nella Spigola puntata. Il vomere forma una sorta di mezzaluna e non di ancora, come in D. punctatus. Infine, le squame nella Spigola puntata sono 6065 e non 7072 come in D. labrax.
Diffusione e pesca:
D. labrax è presente lungo le nostre coste, nel Mediterraneo, Mar Nero ed in Atlantico orientale, dalla Norvegia al Senegal. La Spigola viene catturata dai pescatori professionisti principalmente con reti da posta e lavorieri. È una preda molto ambito dai pescatori sportivi. In Italia, è allevata particolarmente con il sistema intensivo.
Mercato:La Spigola è una specie ricercata,di primario interesse commerciale per tutti i nostri mercati. È commercializzata fresca o congelata. I prezzi all’ingrosso del prodotto fresco diffusi dall’ISMEA nel luglio 1997, relativi al mese precedente, variano da un minimo di 10.500 lire al kg (prodotto di allevamento importato, mercato di Molfetta, max 20.500 lire/kg) ad un massimo di 49.000 lire al kg (mercato di Chioggia, minimo 12.000 lire al kg). Il mercato di Milano ha fatto registrare nello stesso periodo per il prodotto di mare prezzi variabili tra 35.000 (minimo)e 42.500 lire al kg (massimo),mentre il prezzo del prodotto fresco di “vasca” è variato da un minimo di 16.750 (prodotto tra 400 e 800 g)ad un massimo di 30.250 (prodotto maggiore di 800 g di provenienza nazionale). Il mercato di Roma ha registrato quotazioni tra le 14.900 e le 27.000 lire/kg. I prezzi medi alla produzione del giugno 1997 sono andati da un minimo di 17.000 lire al kg (mercato di Napoli) ad un massimo di 35.000 lire al kg (mercati di Genova e Savona). Infine i prezzi medi (giugno 1997) del prodotto da allevamento franco produzione sono variati da un minimo di 14.000 lire (prodotto di 350 g) ad un massimo di 20.000 lire al kg (prodotto di oltre 800 g).
Consumo:La Spigola, già nell’antichità, era apprezzata per la bontà delle sue carni, veniva pescata ed allevata. La sua raffigurazione è presente nei piatti di epoca Attica e nei mosaici di epoca Romana. Come racconta Plinio, i Romani apprezzavano in modo particolare gli esemplari di colore bianco e carne molle che chiamavano lupus laneus o lanatus (lupi lanati), per il candore e la delicatezza delle carni. In Italia, ed in tutto il mediterraneo, è diventata una delle specie più allevate e risulta fra i dieci prodotti freschi della pesca più acquistati, negli ultimi anni, in particolare dai consumatori del nord Italia. Dal punto di vista nutrizionale, 100g di Spigola fresca contengono 16.5g di proteine, 1.5g di grassi, 0.6g di zuccheri, sali minerali e vitamine: 20mg di Calcio, 1.1g di Ferro, 202mg di Fosforo, 0.11mg di Vitamina B1, 0.16 mg di Vitamina B2.
Allevamento:
Le tecniche di allevamento del branzino prevedono la riproduzione controllata in avannotteria nei mesi da dicembre a febbraio. I riproduttori sono portati gradualmente tra una temperatura di 4-8 °C ad una di 16 °C e alla salinità del 38...; a queste condizioni possono essere indotti all’emissione dei gameti o con stimolazione ormonale (HCG 1000 Ul/Kg peso vivo) o con fotoperiodismo. La risposta all’induzione ormonale segue dopo 50-57 ore. I riproduttori sono fatti accoppiare spontaneamente in acquari in un rapporto di 1 femmina per 3-4 maschi. Le uova sono recuperate a mezzo di retini finissimi e posti in incubazione con ricambi idrici molto lenti; la schiusa, a seconda della temperatura dell ’acqua, avviene dopo 24-36 ore. Le larve molto delicate sono nutrite inizialmente con rotiferi e successivamente con Artemia salina. La semina del novellame ha luogo in primavera e prevede una fase di ambientamento in prevasche prima del trasferimento nei bacini di crescita. Inoltre è indispensabile per questa specie predatrice prevedere delle selezioni onde evitare il fenomeno del cannibalismo. In allevamento intensivo, con densità di 10-15 capi per mq, il raggiungimento della pezzatura commerciale si può realizzare al terzo anno, anche se già alla fine del secondo il 20% della popolazione ha raggiunto i 200 grammi di peso. In condizioni ottimali, ipotizzato un ricambio idrico di 5-10 litri al secondo, vengono stimate produzioni di 15-20 quintali per 1.000 metri quadrati.