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22 NOVEMBRE 2004 - COMUNICATO STAMPA LEGA PESCA
La bozza di DM per l’abilitazione relativa alle navi operanti in Adriatico ed entro 40 miglia Per gli operatori radio sufficiente un “certificato limitato”

“Sono andati oltre le nostre più rosee speranze. Peccato che su altri versanti si continua a prendere decisioni che suscitano dubbi e perplessità”: questo il giudizio che il Presidente di Lega Pesca, Ettore Ianì, dà a proposito dei contenuti dell’incontro di venerdì scorso alla DG Pesca, durante il quale si sono esaminati i decreti ministeriali per l’abilitazione degli apparati di sicurezza radio installati sui motopescherecci.

La proposta avanzata dal ministero delle Comunicazioni semplifica le procedure: la bozza di decreto prevede un “certificato limitato” di abilitazione per gli operatori delle apparecchiature VHF-RTF/DSC ed EPIRB di classe D ed E installate a bordo di imbarcazioni adibite alla pesca che effettuano la navigazione entro quaranta miglia dalla costa nazionale e nel mare Adriatico. Per ottenere il certificato è sufficiente superare un esame pratico in cui si dimostri di saper attivare le principali funzioni degli apparati e di conoscere le procedure di segnalazione in caso di soccorso e per i falsi allarmi. “Una semplificazione per gli operatori delle nostre marinerie, sottolinea Ettore Ianì. Comunque, anche se prima della firma del decreto, della sua omologazione e della determinazione delle istruzioni collegate, passeranno circa sei mesi, alle Associazioni di categoria ne serviranno senz’altro di più per poter organizzare tutte le attività di formazione necessarie. Ci vorrebbe, per chiudere il cerchio, una proroga dei termini di almeno un anno”.

A fronte delle notizie positive, durante la riunione sono riemersi problemi su cui il confronto con l’Amministrazione si sta trascinando da tempo. “E’ il caso del programma di installazione delle cosiddette blue box sulle imbarcazioni con lunghezza fuori tutto compresa tra 15 e 24 metri, ricorda il Presidente di Lega Pesca. Malgrado tutte le promesse verbali, sulle barche continuano a montare apparati di vecchia concezione, senza la tecnologia Inmarsat (che, come ci avevano assicurato, avrebbe consentito di fare a meno delle apparecchiature EPIRB con un risparmio di oltre mille euro per ciascuna imbarcazione) mentre in tutto il resto d’Europa sono stati già installati di nuova generazione”.

“Tra qualche mese, probabilmente, la neonata Agenzia della sicurezza di Vigo ci obbligherà a cambiare queste vecchie blue box - prevede Ianì - per cui, oltre alla perdita di tempo, avremo sprecato i 10 milioni di euro che Governo e Unione europea hanno stanziato per questa operazione. Quel che ci lascia amareggiati, è la motivazione addotta: siccome negli anni passati sulle navi di lunghezza superiore ai 24 metri hanno montato questo tipo di apparecchio, non potevano fare un trattamento diverso. Visto che non si vogliono creare disparità, sarà bene ricordar all’Esecutivo che per le navi over 24 il programma ha previsto anche la copertura dei costi di attivazione e di gestione per tre anni delle apparecchiature. Sono curioso di vedere se adotteranno lo stesso criterio per queste altre imbarcazioni”.


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